certi cani (desideri da lontano)

31/10/2011 – aspettando l’autobus, giornata tiepida e dolce, in qualche sud d’Europa

Finalmente ho capito cosa sono davvero, sono una cannibale. Ho urgenza di nutrirmi del desiderio, dei rumori soffocati. (I suoi, o di un altro animale della stessa specie, che porti addosso quell’odore familiare).

Le attese no, non le sopporto, forse perché ho aspettato troppo – per mia colpa, per mia colpa, per mia grandissima colpa. Voglio tutto qui e lo vorrei in questo momento, senza nessun tempo in mezzo tra il desiderio e la sua realizzazione.

Passa una ragazza piccolina con un cane che peserà più di lei, e la signora seduta accanto a me commenta (ancora ho qualche problema con la lingua del luogo, e hai voglia a dire che somiglia all’italiano) che un cane così è pericoloso, può uccidere anche il padrone.

Ma no, signora, sembrano minacciosi ma sono buoni”.

Mi spiega come se parlasse a un’idiota: “Un paio di anni fa un cane così ha strappato il naso a una bambina, le hanno dovuto mettere una protesi. E una protesi non è come un naso vero”

Su questo smetto di tentare di difendere il quadrupede, immagino che la signora abbia in serbo una quantità di aneddoti sanguinolenti.

I più pericolosi sono i cani paurosi che quando avvertono un pericolo, vero o immaginario, mordono per difendersi, convinti che sia minacciata la loro stessa esistenza.

Se si sentono alle strette attaccano senza preavviso chiunque hanno davanti, tengono la coda tra le gambe, vergognandosi, affondano i denti a caso.

Se ne hanno la possibilità, scappano senza girarsi indietro. Non sapranno mai che quel gesto era la carezza di una mano ancora maldestra.

 


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